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Diastasi addominale: cause, sintomi e soluzioni

13 Ottobre 2025 Scritto da Redazione
la diastasi addominale su una giovane donna

La diastasi addominale è una condizione che interessa la parete dell’addome e che, se trascurata, può avere conseguenze sia estetiche sia funzionali. Molte persone, soprattutto dopo la gravidanza o in seguito a variazioni di peso importanti, si accorgono di avere una separazione tra i muscoli addominali che non si richiude spontaneamente. In questi casi è utile conoscere le cause, i sintomi e i possibili rimedi per affrontare la situazione in maniera consapevole.

Che cos’è la diastasi addominale

La diastasi addominale, detta anche diastasi dei retti, consiste nell’allontanamento dei muscoli retti dell’addome lungo la linea mediana chiamata linea alba. Questa banda fibrosa, normalmente resistente ed elastica, può cedere e assottigliarsi, determinando una distanza anomala tra i due fasci muscolari.

La separazione è misurata in centimetri e, se supera i valori fisiologici, può essere considerata patologica. Non si tratta soltanto di un inestetismo: la perdita di tenuta della parete addominale compromette anche la funzionalità del core, cioè l’insieme dei muscoli che garantiscono stabilità a colonna vertebrale e bacino.

Cause della diastasi addominale

Le ragioni che portano alla formazione della diastasi sono diverse e possono riguardare sia uomini sia donne, anche se è più frequente nel sesso femminile.

Una delle cause principali è la gravidanza. Durante i nove mesi, l’utero in crescita esercita una pressione costante sulla parete addominale, mentre gli ormoni ammorbidiscono i tessuti connettivi per preparare il corpo al parto. In alcuni casi, soprattutto nelle gravidanze gemellari o in presenza di feti di dimensioni importanti, la linea alba non torna più alle condizioni originarie.

Anche l’aumento di peso e l’obesità sono fattori di rischio, perché l’addome dilatato mantiene i muscoli in tensione continua. Viceversa, dimagrimenti rapidi e drastici possono lasciare una parete muscolare indebolita.

Altri elementi che favoriscono la diastasi sono l’età, la lassità dei tessuti, predisposizioni genetiche e l’abitudine a sollevare pesi o svolgere esercizi addominali scorretti che aumentano la pressione interna.

Tipologie e gradi di diastasi

Non tutte le diastasi sono uguali. Possono essere classificate in base alla posizione e all’entità della separazione.

La forma più comune è la diastasi mediana, cioè quella che si sviluppa lungo la linea centrale dell’addome. Può essere sopraombelicale, sottoombelicale o interessare tutta la lunghezza del ventre.

In base alla gravità, la diastasi viene considerata lieve, moderata o severa. Una distanza inferiore ai due centimetri può essere tollerata, mentre valori superiori ai tre-quattro centimetri richiedono attenzione medica, soprattutto se associati a sintomi.

Sintomi e conseguenze

Il primo segnale visibile è spesso la comparsa di una sporgenza centrale dell’addome, che si nota soprattutto quando ci si sdraia e si sollevano le gambe o la testa. Molte persone descrivono la sensazione di avere una “cresta” o un rigonfiamento che percorre l’addome.

A livello funzionale, la diastasi può causare una serie di disturbi:

  • debolezza della muscolatura addominale,
  • mal di schiena e dolori lombari dovuti alla mancanza di supporto,
  • alterazioni posturali,
  • difficoltà digestive e gonfiore,
  • in alcuni casi ernie ombelicali o epigastriche associate.

Il disagio non è solo fisico ma anche psicologico: l’addome rilassato o sporgente può incidere sull’autostima e sulla percezione del proprio corpo.

Come si diagnostica la diastasi addominale

La diagnosi inizia con una valutazione clinica. Attraverso la palpazione dell’addome durante una contrazione, il medico misura la distanza tra i due muscoli. Questo test manuale viene spesso affiancato da esami strumentali.

L’ecografia della parete addominale è l’indagine più utilizzata perché permette di quantificare la distanza in modo preciso. In casi complessi si possono eseguire anche TAC o risonanza magnetica.

Accertare la presenza e la gravità della diastasi è fondamentale per stabilire il percorso terapeutico più adatto.

Trattamenti conservativi

Quando la diastasi è lieve, si può tentare un approccio conservativo con esercizi specifici. La fisioterapia mira a rinforzare il core senza aumentare la pressione addominale. Si lavora molto sulla respirazione, sulla postura e su movimenti controllati che coinvolgono il trasverso dell’addome, il muscolo più profondo della parete.

Programmi di ginnastica ipopressiva, yoga terapeutico o pilates adattato possono dare benefici, soprattutto se praticati sotto la guida di un professionista. Tuttavia, va chiarito che l’esercizio non sempre riesce a richiudere la separazione, ma può migliorare la stabilità e ridurre i sintomi.

Quando è necessario l’intervento chirurgico

Se la diastasi addominale è severa o provoca disturbi significativi, la soluzione definitiva è l’intervento chirurgico. L’operazione viene consigliata quando la distanza tra i retti è ampia, quando sono presenti ernie o quando i sintomi compromettono la qualità della vita.

La tecnica più comune è l’addominoplastica con plicatura della linea alba. In questo intervento il chirurgo riavvicina i muscoli retti e rinforza la linea alba con suture resistenti. Spesso viene rimossa anche la pelle in eccesso, migliorando così sia la funzionalità sia l’aspetto estetico dell’addome.

Esistono anche procedure mini-invasive, come le tecniche endoscopiche, che riducono i tempi di recupero e lasciano cicatrici più piccole. Nei casi più complessi, può essere utilizzata una rete biocompatibile per rinforzare la parete.

Recupero post-operatorio

Il periodo successivo all’intervento è delicato e richiede attenzione. Nei primi giorni è previsto il riposo e l’uso di un corsetto addominale che sostiene i tessuti e favorisce la cicatrizzazione.

La ripresa delle attività quotidiane leggere avviene generalmente dopo due settimane, mentre per lo sport o gli sforzi intensi occorrono almeno sei-otto settimane. Durante il recupero è essenziale rispettare le indicazioni mediche per evitare recidive o complicanze.

Complicanze possibili

Come ogni intervento chirurgico, anche la correzione della diastasi comporta dei rischi. Tra le complicanze possibili ci sono infezioni, sieromi, ematomi, cicatrici evidenti, dolore cronico o recidiva della separazione muscolare. L’uso di reti, seppur sicuro, può talvolta causare rigetto o aderenze.

Per ridurre i rischi è fondamentale affidarsi a mani esperte e seguire un corretto percorso di riabilitazione.

Risultati e aspettative

La chirurgia della diastasi offre in genere risultati molto soddisfacenti, sia dal punto di vista funzionale sia estetico. La parete addominale torna stabile, la postura migliora e il ventre appare più tonico e piatto.

È importante, però, avere aspettative realistiche: non sempre è possibile eliminare completamente le imperfezioni e il risultato finale dipende dalla qualità dei tessuti, dall’età e dallo stile di vita.

Dove Trattare la Diastasi Addominale a Firenze e Prato: Migliori Cliniche e Specialisti

Per chi desidera trattare la diastasi addominale scegliere il miglior specialista è fondamentale per ottenere un risultato naturale, armonioso e sicuro.

A Firenze e Prato si può contare sulla professionalità della Clinica Gramsci, struttura specializzata in chirurgia estetica, ricostruttiva e medicina estetica. Al suo interno operano professionisti dalla grande esperienza come la dott.ssa Serena Ghezzi e il dott. Fabio Quercioli.

 La Clinica Gramsci è situata in viale Antonio Gramsci 65 a Firenze e in viale Guglielmo Marconi 50/7 a Prato.

FAQ sulla diastasi addominale

Che cosa significa diastasi addominale?
È la separazione dei muscoli retti dell’addome lungo la linea alba, con perdita di compattezza della parete addominale.

Come si misura la diastasi?
Attraverso la palpazione manuale e, in modo più preciso, con ecografia o altri esami di imaging.

La diastasi si può correggere con gli esercizi?
Gli esercizi possono migliorare i sintomi e rafforzare il core, ma nelle forme gravi la separazione non si richiude senza chirurgia.

Quando serve l’intervento chirurgico?
Quando la diastasi è severa, associata a ernie o causa dolore, instabilità e problemi estetici importanti.

Quanto dura il recupero dopo l’operazione?
Generalmente sei-otto settimane per tornare a una vita normale, con tempi variabili a seconda della tecnica utilizzata.

La diastasi addominale può causare ernie?
Sì, la debolezza della parete può favorire la comparsa di ernie ombelicali o epigastriche.

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