Il capezzolo introflesso è una condizione in cui il capezzolo non sporge verso l’esterno ma risulta retratto o rientrante verso l’interno dell’areola. Può interessare uno o entrambi i seni e manifestarsi fin dalla nascita (forma congenita) oppure comparire nel tempo (forma acquisita). Sebbene non sempre rappresenti un problema medico può avere ripercussioni estetiche, psicologiche e funzionali, specialmente nei casi più marcati.
Quando il capezzolo rientrato compromette l’estetica del seno o interferisce con l’allattamento, è possibile ricorrere a trattamenti medici e chirurgici, oggi sempre più mirati e risolutivi. In alcuni casi la retrazione può essere il sintomo di patologie sottostanti, come infiammazioni croniche o, più raramente, tumori mammari. Ecco perché è importante una valutazione specialistica, soprattutto quando il fenomeno è comparso in età adulta.
Indice
Le cause del capezzolo introflesso possono essere diverse e variano a seconda che si tratti di un’anomalia congenita o acquisita.
Nel caso di capezzolo introflesso congenito, il problema è dovuto a un accorciamento dei dotti galattofori (i canali che trasportano il latte al capezzolo), che impedisce al capezzolo di protrudere. Questa condizione può manifestarsi in forma lieve, moderata o severa.
Tra le cause acquisite, invece, troviamo:
Comprendere l’origine della condizione è fondamentale per definire il miglior trattamento per il capezzolo introflesso.
I rimedi per il capezzolo introflesso variano in base alla gravità del caso e al desiderio del paziente, che può cercare una soluzione puramente estetica o funzionale (ad esempio, per facilitare l’allattamento).
Nei casi lievi o moderati, esistono metodi conservativi, come:
Quando il problema è più marcato o non si risolve con metodi conservativi, è possibile ricorrere alla chirurgia correttiva. In ogni caso, la valutazione deve sempre essere personalizzata, tenendo conto dell’anatomia del seno, del grado di retrazione e delle esigenze individuali.
Non tutti i capezzoli introflessi sono uguali. Esistono tre gradi di retrazione:
Quando il capezzolo introflesso è reversibile, si può agire con tecniche non chirurgiche, soprattutto se il paziente non presenta fastidi funzionali o psicologici. Tuttavia, anche in questi casi, molti scelgono di intervenire per una questione di autostima e benessere personale.
Una domanda frequente è: “È possibile fare un piercing al capezzolo introflesso?”. La risposta dipende dal grado di retrazione. In alcuni casi lievi, il piercing può addirittura aiutare a mantenere il capezzolo in posizione estroflessa, agendo come un supporto meccanico.
E’ fondamentale considerarne i rischi:
Il piercing non deve mai essere considerato un rimedio estetico “fai da te” per risolvere il problema. È essenziale rivolgersi a uno specialista prima di prendere qualsiasi decisione, soprattutto in presenza di capezzoli retratti bilateralmente o in modo marcato.
La correzione del capezzolo introflesso può essere eseguita tramite diverse tecniche che variano a seconda del grado della condizione. Le più comuni sono:
Tutte queste tecniche vengono eseguite in anestesia locale, in regime ambulatoriale. Le cicatrici sono minime e ben nascoste. Il risultato è generalmente duraturo, ma in alcuni casi può essere necessario un ritocco.
Il costo di un intervento di chirurgia per capezzolo introflesso varia in base alla tecnica utilizzata, alla struttura medica e all’esperienza del chirurgo. In Italia, i prezzi si aggirano tra i 1.500 e i 3.000 euro per entrambi i capezzoli.
Il risultato è spesso definitivo e permette un significativo miglioramento sia estetico che funzionale. Tuttavia, è importante sapere che:
Per garantire un risultato ottimale, è fondamentale rivolgersi a un chirurgo plastico esperto in chirurgia del seno, preferibilmente con esperienza specifica nei difetti del capezzolo.
Per chi desidera correggere il capezzolo introflesso, scegliere il miglior specialista è fondamentale per ottenere un risultato naturale, armonioso e sicuro.
A Firenze e Prato si può contare sulla professionalità della Clinica Gramsci, struttura specializzata in chirurgia estetica, ricostruttiva e medicina estetica. Al suo interno operano professionisti dalla grande esperienza come la dott.ssa Serena Ghezzi e il dott. Fabio Quercioli.
La Clinica Gramsci è situata in viale Antonio Gramsci 63/65 a Firenze e in viale Guglielmo Marconi 50/7 a Prato.
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